Illustrazioni “Imagine all the people”, un omaggio alla canzone di John Lennon.
È un progetto di Pierpaolo Rovero, uno degli artisti più popolari sui Instagram.
Da Torino a Parigi, Madrid, Londra, Beirut, Istanbul, Mumbai, Las Vegas, New York, Quebec City, ritorno a Roma e Firenze,
queste opere d’arte uniche condividono storie intime e capolavori digitali, portati in vita dopo la situazione di quarantena Covid-19.
Essendo una cantante d’opera e una fan dell’illustrazione musicale, ho pensato di contattare il signor Rovero per un’intervista.

Nato a Torino nel 1974, Pierpaolo Rovero vive nella stessa città dove lavora come artista.
Nel 1994 inizia a collaborare come artista e sceneggiatore per Walt Disney. Allo stesso tempo, Pierpaolo pubblica diversi fumetti in Francia, Olanda e Belgio, tra cui la serie noir “Malone” (ed. Casterman) basata sui romanzi di Michel Rio.
È autore di spot televisivi e cortometraggi d’animazione. Dal 2007 le sue opere artistiche sono state esposte in varie gallerie in Italia e all’estero.
È insegnante all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Il suo stile oscilla tra grafica, pittura, illustrazione di design e fumetto.
Come sei diventato un illustratore?
Mi sono lasciato guidare dalla passione. Semplicemente ho cercato di non perdere la gioia che provavo da bambino di fronte ad un foglio di disegno.

Qual è la storia che vorresti condividere da Torino al mondo?
Vorrei raccontare che in qualsiasi momento possiamo viaggiare con l’immaginazione.
Così, nel pieno della pandemia, sono partito da Torino per un viaggio intorno al pianeta, sognando un mondo in cui tutti vivono in pace.

In che modo vivere in Italia ispira la tua arte e creatività?
Come italiano mi sento fiero di almeno due grandi eredità: la tensione vitale del Barocco e la leggera eleganza del Rinascimento.
Quasi in ogni grande città italiana si possono respirare i frutti di questi movimenti artistici. E’ una grande Bellezza, capace di rigenerare lo spirito.
Oggi ci sono grandi eccellenze italiane nella moda e nel design che influenzano inevitabilmente il mio modo di vedere.

La tua ultima opera d’arte “Paris plays jazz”, quante ore hai impiegato per finirlo? Come si completa un’illustrazione?
Non saprei quantificare esattamente il tempo, perché sono abituato a lavorare contemporaneamente su più opere.
Su alcuni progetti potrei andare avanti a lavorare all’infinito. Io dico che i lavori non li finisco mai, casomai li abbandono.
C’è sempre una sfumatura, un dettaglio, un piccolo particolare che alla fine avrei ancora voglia di ritoccare. Alla fine mi impongo di chiudere il lavoro ma è sempre una fatica.
Tra Jazz e musica classica, qual è il tuo preferito?
Quando disegno penso sempre all’emozione che la musica mi trasmette.
Il jazz è per me frizzante, come una bottiglia di champagne. La musica classica è avvolgente, come un bicchiere di buon vino.
Ci sono momenti in cui sento di avere bisogno dell’energia del jazz e altri in cui voglio immergermi nella musica classica.

Qual è il tuo consiglio agli aspiranti artisti per superare le difficoltà di oggi e c’è qualche alternativa per salvare l’arte?
Oggi più che mai occorre avere tre qualità: pazienza, perseveranza e passione. Solo in questo modo possiamo superare le difficoltà.
Salvare l’arte?
Sì, è possibile solo se capiamo una verità profonda: è l’arte che salva noi.

Puoi leggere la versione inglese dell’articolo Paris Plays Jazz.